giovedì 30 aprile 2009

Senza parole

In Wired di questo mese, nella rubrica Wired-Tired-Expired (quel che è trendy e quel che è vecchio secondo noi) ho trovato, nella colonna Expired la parola "Pippare".

mercoledì 29 aprile 2009

Ray-Ban: un successo virale

Vi saranno capitati sott'occhio, perché su YouTube impazzano. I video della NeverHideFilms sono parte della copy strategy della vasta campagna di comunicazione di Ray-Ban; una campagna ben integrata su mezzi online e offline con una vasta -machedicovasta, vastissima- visibilità. Praticamente Ray-Ban è ovunque e pure i blog ne parlano.
Il segreto del successo della campagna, che come head/payoff recita "Never Hide" è nel NON aver giocato sul "non nascondersi", ma aver puntato solo sulla figosità degli occhiali. Al di là della resistenza delle lenti, della bellezza del design o della garanzia.
I video ne sono un esempio perfetto.
Vi consiglio di notare l'estrema semplicità dei "set" e degli artifici tecnici. Ogni video è stato realizzato sfruttando gabole banali (riprese a ritroso, fili invisibili, spazi nascosti) e attori normali. Ogni storia è ad alto intrattenimento e al limite del veritiero. Eccone un assaggio dal canale Youtube di Ray-Ban.











lunedì 27 aprile 2009

Urban hacking con un po' di scotch nero

Non solo devi fermarti, ma devi anche andare a...
Spotting di EssG

venerdì 24 aprile 2009

Ma che bella Consumer Engagement




Amazing 3D immersion technology from IDEO Labs on Vimeo.


Mavà, scherzo. Troppo bello.

giovedì 23 aprile 2009

Guerrilla su manifesto ATM



Da qualche settimana ATM, l'azienda dei trasporti pubblici di Milano, comunica il prolungamento dell'orario di servizio della metropolitana del sabato sera. La campagna multisoggetto si basa su delle vignette molto semplici ed immediate. Qui un esempio. Un paio di giorni fa, però, qualcuno ha pensato di hackare il manifesto con un'azione di guerrilla applicando un orecchio (col nome del sito del concorso zushii.com) sull'orecchio originale. Una trovata inusuale per Milano.

Vuoi vedere che la crisi...

martedì 21 aprile 2009

Il Verbo di Godin



Si è recentemente svolto a New York 99%, un’interessante conferenza focalizzata non tanto sulle idee quanto sul come realizzarle. L’incontro ha visto salire sul palco, a tenere delle conferenze sul tema, i massimi esperti di creatività. Swissmiss si è occupata del liveblogging dell’evento mentre io mi sono limitato a tradurre il post relativo alla presentazione del guru del marketing Seth Godin, l’inventore della Mucca Viola.

Ecco i punti salienti del suo intervento:
-Non hai bisogno di essere più creativo, sei già troppo creativo.
-Sii la persona che conclude “spedendo”. Se sei orgoglioso di quel che “spedisci” e lo fai rispettando i tempi, avrai successo e arriverai a farlo più e più volte. Quel che fai di lavoro è “spedire”, non "essere creativo".
-Le [tue] resistenze diventano sempre più dure man mano che si avvicina il momento della “spedizione”. Ovviamente arriviamo al giorno del meeting prima della data di “spedizione” in quanto il nostro cervello di lucertola* continua a dire che vuole assolutamente esprimersi ora. La parte geniale (nel realizzare le proprie idee) è di far sì che il cervello di lucertola taccia abbastanza a lungo da superare le resistenze.
-Se cominci un progetto, lo finirai. Avrai tante discussioni col tuo cervello di lucertola all’inizio. Ma una volta che decidi di andare avanti, lo farai. “Spedirai”.

*Il cervello di lucertola è la parte più primitiva del nostro cervello e si trova alla base di esso, presso l’attaccatura con la spina dorsale. È responsabile dei nostri istinti primordiali (mangia, dormi, fuggi ecc…) e delle nostre paure irrazionali (parlare in pubblico, paura della morte e così via).

Il 26% degli spettatori non ha idea di cosa questo significhi

Questo è ciò che sta accadendo adesso.

lunedì 20 aprile 2009

Come dirlo?


Non è che la pubblicità non sia gradita. E' la pessima pubblicità che non lo è. E direi giustamente. Anche perché a me risulta che i consumatori non sappiano quello che vogliono. Per quello bisogna proporre attraverso la pubblicità... ma con intelligenza. Poi, io dico sempre che chi mi mette un depliant nella cassetta postale è condannato a non avermi mai come cliente. Eppure, ordino la pizza e il kebab da TRE differenti ristoranti e per il sushi ho DUE scelte. E non me le sono cercate. C'è qualcosa che ci fa incazzare nelle montagne di plichi dozzinali, graficamente poveri, perfetti in un negoziaccio ma fuori luogo nel mio appartamento. A chi comunicare è il come dirlo. E si comunica a un signore che porta in casa le bollette e la pubblicità. Diamogli un motivo per farlo.


Paint, quante piccole soddisfazioni mi togli.

mercoledì 15 aprile 2009

Il curioso caso di Benjamin Batman

Non è solo un corto esilarante, è uno spoof di due grandi film, ma è anche un'operazione promozionale. In comarketing. Virale. E poi?!?



Così si fa.

giovedì 9 aprile 2009

Grande concorso "Fango sul mio nome"




Si apre oggi il concorso per la chiusura più meritata di questa Promocard. Che è pure elettorale! Nulla di più delicato e nulla di più facile da "personalizzare". Buon divertimento!

Termino con un noto esempio che gira da un po' sulla rete.






Lasciate, lasciate spazio bianco nella head, nè. Ah, dimenticavo: chi vince il concorso vince la mia maschera. Non scherzo.


Aggiornamento pasquale (hat tip Irrisolta)!


Il cliente ha sempre ragione


Ma dopo aver pagato, sono affari suoi.
De gustibus...
Via Clarklab


mercoledì 8 aprile 2009

O uscito lo slogans!


Sarà costato molto poco e avrà goduto di una diffusione impareggiabile (è uscito su Metro Week di Milano nel Febbraio 2009) ma in quanto a offerta creativa c'è da farsi venire un'aneurisma cerebrale. Sorvoliamo sull'interlinea *dinamica* della headline. Il copy deve aver passato una difficile nottata pensando a cosa scrivere, raggiungendo l'illuminazione ermetica con una soluzione geniale: appropriarsi di un modo di dire!
Chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti, non ha il pane. Geniale!
In pratica chi ha i mezzi non sa goderseli e chi non li ha, ha tutta la volontà di goderseli.
Quindi denti non è metaforico? É letterale? Ma che vuor dì?
E come si fa a ribaltare questo modo di dire? É già ribaltato dal "viceversa".
Solo la headline mi ha innervosito. La composizione grafica mi ha fatto alzare un sopracciglio. Perché uno sfondo nero troppo basso con l'effetto strappo?
Dai, almeno il logo è grande, il cliente sarà sollevato.
Poi vedo due bandierine, con la dicitura "we speak" e "ablamos" (senza acca).
Noi parliamo!
Cara agenzia, a parlare siam bravi tutti, a comunicare un po' meno.


martedì 7 aprile 2009

Per tempi di crisi (creativa)


Mi ricorda quel qualcuno che disse "non importa da dove venga un'idea, ma fin dove riesci a portarla".
Mi piace.

Peggio di un virus

I due grandi nemici della felicità umana sono il dolore e la noia.
(A. Schopenhauer)

Ma aggiungo: Una società iperestetica tende verso l'anestesia.
Cioè, quando tutto luccica, nulla luccica.
Anestesia moltiplicata per durata temporale = noia.

Che si fa?
Guardiamo meno TV e leggiamo più libri?
Ma dai...

Contro il mal di scelta




























Un biglietto per tutte le occasioni: con la All-in-One Card Stamp di Ji Lee, fine dei problemi.

lunedì 6 aprile 2009

Pecore LED per una partita a Pong




Questo è uno degli innumerevoli modi per raggiungere 5 milioni di click su YouTube in meno di un mese. La cosa più entusiasmante, tuttavia, è che questo video è vero.

Ecco come l'hanno fatto, con "buoni cani e buone pecore":



venerdì 3 aprile 2009

Perché, in Italia, la pubblicità fa schifo?

Tutti si lamentano che la pubblicità fa schifo. Le agenzie si lamentano perché i creativi si lamentano. Gli account si lamentano perché i creativi si lamentano perché non possono essere creativi. Il cliente si lamenta con gli account perché non è il caso di osare tanto. Così tutti si lamentano, nessuno rischia, nessuno innova ed eccoci tutti ancora qui ad aspettare gli anni ’80.
Le agenzie di pubblicità non sono degli studi di grafica agli ordini del cliente, pronte ad eseguire. Se un’azienda si rivolge ad un’agenzia, il teorema dovrebbe essere questo:

Io (azienda) produco ma non so comunicare → Tu (agenzia) comunichi quello che produco nel modo migliore → Parliamo di una linea comune → Troviamone una che soddisfi entrambi.

Ma la realtà è diversa. Spesso si scorda la parte “che soddisfi entrambi”. Così ci si impiglia in un sistema vecchio e puzzolente, in cui chi paga ha il diritto di decidere anche su ciò che non gli compete. Un po’ come il vecchio miliardario che compra un viaggio spaziale. Ma di lavoro non fa l’astronauta.
Non sto dicendo che il cliente debba pagare, tacere e subire.
Ma una volta concordata una direzione, dovrebbe fidarsi, rischiando. Succede così col proprio partner, perché non è così anche nel lavoro? Il cliente non è un partner?
Il nostro non è un lavoro facile, anche se la parola “creativo” riporta a perigei tanto distanti da un approccio scientifico, costruttivo e strategico in favore di una professione votata all’intrattenimento.
Questo è un serpente che si mangia la coda. E vi spiego perché.
Anzi, io lo so. Spiegatemelo voi.

giovedì 2 aprile 2009

Poster Boy, và e denigra.

Praticamente mio cugino d'America.

Chi di spada ferisce, di spada perisce.

È provato. Usiamo solo il 10% del nostro cervello. Di conseguenza, captiamo solo il 10% della realtà. E il cervello cerca di adeguarsi, captando gli schemi che riconosce immagazzinandoli nell’inconscio. Aspetta un attimo. Ma allora, tutto è subliminale? Questo video purtroppo è solo in inglese, ma, per chi ha la pazienza di andare fino in fondo riserva una sorpresa illuminante. Prendendo di mira due pubblicitari.