giovedì 3 settembre 2009

Twitter, storia di un logo

Da non credere. Una serata di cazzeggio su siti umoristici può rivelarsi molto più produttiva di una giornata di lavoro. Un giorno scriverò un'ode al cazzeggio: è più facile inibire la creatività restando su schemi di lavoro rigidi, invece di lasciare aperte le porte e filtrare il più possibile di ciò che ci circonda.
E' difficile che qualcuno di voi conosca il latte di soya Silk. Io non l'ho mai sentito, ma negli Stati Uniti è un prodotto famoso. Oggi il packaging del prodotto è diverso, ma tempo fa la natura e l'ecologia che tentava di veicolare era riassunto in un uccellino stilizzato. Sorprendentemente... identico al logo di Twitter:





Coincidenza? Boh, e questa grafica apparsa su uno shampoo al tè?



E non è finita. Lo stesso ramo compare sul case di un mini PC, il KPC's Shuttle PC:



Gli indizi cominciano a diventare troppi. E un sospetto prende sempre più piede: fotografia da stock?

La storia del logo di Twitter è breve e bastarda. Il designer, Simon Oxley, venne pagato appena tra i 2 e i 6 dollari per il suo lavoro, suscitando qualche polemica riguardo allo sfruttamento di lavori "crowdsourced" (ovvero "fatti dalla comunità degli utenti"). In confronto la designer del logo Nike, Carolyn Davidson, venne trattata davvero bene (35$).
Ma alla fine, a Oxley non è andata così male. L'utente simonox, su iStockphoto.com, gode di 200 download del suo uccellino vettoriale royalty-free ma la sua esistenza ammonisce le aziende: quando impareranno a non fidarsi troppo delle immagini di stock e inizieranno a far realizzare materiale originale?

Cosa che Twitter ha appena fatto, sostituendo l'uccellino.

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